Michele Ruggiero è il Magistrato di Trani che ha deciso di indagare su Wall Street: e ora, ha in mente di sentire anche i vertici della finanza statunitense. E molti polsi iniziano a tremare.
E’ una piccola Procura quella del Tribunale di Trani, dove ho avuto l’onore di lavorare per circa vent’anni, ma davvero attiva. In particolare, un giovane Magistrato, il sostituto procuratore della Repubblica di Trani, Michele Ruggiero, si è appassionato alla finanza internazionale attraverso le carte giudiziarie.
Le varie denunce che sono arrivate sul suo tavolo, lo hanno indotto a cominciare a indagare su vari organismi finanziari italiani, da quelli dell’Adusbef a quelli dsi Federconsumatori.
E così, nel giovane magistrato pugliese si è acceso l’interesse per i meccanismi complessi dell’economia mondiale, e in poco tempo, sfruttando le pieghe del codice di procedura penale che attribuisce la competenza sui “reati di pericolo” come manipolazione di mercato alla Procura che per prima apre un fascicolo contro l’ Italia di Standard & Poor’s e di Moody’s.
Il Pubblico Mini-stero Ruggiero (così si chiama in Italia il “prosecutor”) ha, così, proiettato la piccola Procura guidata dal procuratore Carlo Maria Capristo in un avamposto della lotta ai meccanismi oscuri della finanza e a difesa della democrazia.
Con un’ idea in testa: il complotto ai danni dell’Italia da parte degli speculatori di Wall Street, in conflitto d’interessi con le agenzie di rating che diffondono giudizi non fondati su dati reali, e per di più senza autorizzazione: “Queste agenzie non sono state ancora registrate presso le autorità europee”, ha spiegato più volte il Magistrato.
“Insomma, è come se operassero senza avere tutti i requisiti in regola e, il compito della Procura (ufficio del “prosecutor”) è quello di capire se queste agenzie hanno o no, i requisiti per fare rating.
Un’ indagine che nel settembre del 2016 ha attirato l’ attenzione anche del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.
Due anni fa Michele Ruggiero era finito sotto i riflettori per l’inchiesta sul caso Agcom: le presunte pressioni del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi sull’ Autorità per le garanzie nelle comunicazioni per mettere il bavaglio a trasmissioni «scomode» come «Annozero» di Michele Santoro, con tanto di intercettazioni di telefonate del premier.
Da oltre un anno e mezzo Ruggiero studia e scruta i sistemi finanziari, convoca come testimoni mezzo governo e il gotha dell’ economia italiana, dagli allora ministri dell’Economia Giulio Tremonti, degli Esteri Franco Frattini, e del Welfare Maurizio Sacconi, all’allora governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi, e a un ex presidente del Consiglio come Romano Prodi, passando per banchieri come l’ attuale ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera.
Incarica consulenti di prestigio come i professori Donato Masciandaro e Giovanni Ferri (ma prima ancora aveva pensato di avviare addirittura una due diligence sui conti pubblici italiani affidandola a un altro professore molto in vista: Mario Monti).
Ama le trasferte investigative: ieri è volato a Milano per seguire direttamente le perquisizioni nella sede di Standard & Poor’ s accanto ai militari della Guardia di Finanza di Bari.
Per sentire Draghi e Tremonti si era spostato a Roma, per sensibilità istituzionale. E a fine 2011 aveva anche programmato una missione negli Stati Uniti per raccogliere testimonianze sulle agenzie di rating e i loro eventuali conflitti di interesse presso il presidente della Sec, vari finanzieri di Wall Street e personalità come il premio Nobel per l’ Economia, Paul Krugman: il piano poi è saltato per l’ opposizione del ministero della Giustizia Usa, secondo il quale le agenzie di rating non possono essere perseguite per le opinioni che esprimono. Ruggiero però non demorde: per fine gennaio attende la conclusione della consulenza Masciandaro-Ferri sul rating di Moody’s del 6 maggio 2010, che dovrebbe anche tenere conto delle dichiarazioni di Draghi sulle agenzie di rating e sulla stabilità del sistema bancario italiano. Per Ruggiero Moody’ s avrebbe «elaborato e diffuso a mercato aperto notizie false sulla tenuta del sistema economico e bancario italiano».
E contemporaneamente sta accelerando sul fascicolo parallelo aperto su Standard&Poor’s, nato nel 2011 dopo vari comunicati con «notizie non corrette sulla tenuta del sistema economico-finanziario e bancario italiano».
Entrambe le inchieste sono nate dagli esposti del leader del-l’Adusbef e senatore dell’Italia dei valori, Elio Lannutti, e del presidente di Federconsumatori, Rosario Trefiletti, che a Trani hanno trovato un interlocutore attento.
Proprio Lannutti è un amico e sostenitore del magistrato, insieme con il deputato pugliese del Partito democratico, Francesco Boccia. I due parlamentari più volte hanno sostenuto pubblicamente le inchieste di Ruggiero sulle agenzie di rating. Anche l’altra inchiesta importante di Ruggiero, sulle carte di credito American Express, era nata da un esposto di Lannutti: in quel caso la Procura aveva ipotizzato il reato di usura, e proprio da lì era scaturita l’ indagine sull’ Agcom.
Le mosse di Ruggiero si inseriscono comunque in un filone, quello della tutela dei consumatori, da tempo sviluppato dalla Procura di Trani.
a cura di Antonio Giannetti