CARTOLINE DALL’ITALIA

Prosegue l’iniziativa intrapresa dall’Ufficio Relazioni Esterne del Circolo Sociale Italia Unita su Il Postino che si pone l’obiettivo di dare un’occhiata oltreoceano alla nostra amata Penisola. Siamo certi che apprezzerete questa inizativa che ci permetterà di monitorare, mensilmente, il panorama sociale, politico ed 

economico dei nostri connazionali in Patria. Buona lettura.

In questi giorni l’Italia è una famiglia colpita al cuore: le storie che ci arrivano da Amatrice, Accumoli, Arquata, Pescara del Tronto ci riportano storie di disperazione e di morte. Non basterà una vita ad asciugare le lacrime delle mamme che ha perso il marito e i figli, o di quei genitori che non abbracceranno più le loro creature.

Oppure la storia della bambina salvata dalla sorellina più grande a prezzo della sua stessa vita, o di quel ragazzo rimasto orfano che il prossimo anno farà gli esami di maturità senza avere più i genitori a casa cui raccontarlo.

Perché, purtroppo, vista dall’esterno, i numeri di un terremoto possono apparire solo delle cifre ma, purtroppo, quei numeri sono storie di persone, storie di nostri fratelli, membri della nostra comunità.

Fortunatamente, in questi casi l’Italia sa come fare a reagire, e lo abbiamo anche qui, in Canada e a Ottawa in particolare: noi Italiani, siamo bravi e generosi, specialmente nei momenti di difficoltà.

La gestione dell’emergenza, in Patria è stata davvero efficace e tempestiva.

Ci sono 238 persone che sono state strappate dalle macerie - così come ha sottolineato anche l’Ambasciatore Cornado a Ottawa durante una iniziativa organizzata dalla Federazione Nazionale degli Italo Canadesi in Collaborazione con il Circolo PD di Ottawa e con il COM.IT.ES. - dalla professionalità dei soccorritori.

Le colonne mobili di donne e uomini con la divisa o volontari hanno immediatamente circondato i luoghi del sisma con un abbraccio concreto, operativo, immediato.

Gli amministratori di comuni e regioni stanno lavorando dal primo minuto con dedizione e pazienza.

Siamo orgogliosi di questa reazione e siamo fieri di questo meraviglioso popolo italiano.

Il popolo che è arrivato ad Amatrice sin dal giorno stesso ma anche il popolo che organizza le spaghettate all’amatriciana in tante piazze d’Italia come concreta solidarietà, che educa i bambini di tutto lo Stivale a donare un pallone o un giocattolo, che fa sentire la propria vicinanza con le donazioni.

Ma tutto ciò non può bastarci.

Ora è necessaria la ricostruzione: una ricostruzione da coordinare nel modo più saggio e più rapido, ma ancora più giusto fare bene e soprattutto con il coinvolgimento delle popolazioni interessate.

La ricostruzione dovrà avvenire nel modo più trasparente: ogni centesimo di aiuti dovrà essere verificabile, ma soprattutto dovremo tenere viva la presenza delle comunità sul territorio.

I luoghi hanno un’anima, non sono semplicemente dei borghi da cartolina. E l’anima gliela danno le storie delle persone, vecchi e bambini, il vissuto quotidiano, gli spazi d i una comunità a cominciare dal circolo, dalla chiesa, dalla scuola.

L’impegno del Governo è che questi luoghi così ricchi di un passato prezioso possano avere un futuro. E per farlo occorrerà lavorare tutti insieme, senza proclami, senza annunci, senza effetti speciali, ma con l’impegno rigoroso di tutti.

La storia italiana ci consegna pagine negative nella gestione del dopo-terremoto, come l’Irpinia, ma anche esempi positivi. Su tutti il Friuli del 1976, certo. Ma anche l’Umbria di vent’anni fa. E soprattutto penso al modello emiliano del 2012.

Quel territorio ha saputo ricostruire tutto subito e bene. Le aziende sono ripartite, più forti di prima. E la coesione mostrata è stata cruciale per raggiungere l’obiettivo

Quello che invece in passato non sempre è stato fatto è andare oltre l’emergenza, oltre la ricostruzione. Perché sull’emergenza l’Italia è forte. Sulla ricostruzione ci sono pagine di assoluta efficienza e pagine che invece andrebbero cancellate, lo sappiamo.

Ma quello che in passato è spesso mancato è la costruzione di un progetto paese basato sulla prevenzione: non solo reagire, non solo ricostruire, ma prevenire.

E dunque serve un deciso cambio di mentalità basato soprattutto su un progetto coordinato e strategico di prevenzione.

È un progetto di lungo respiro, che richiederà anni, forse un paio di generazioni, così come ha affermato un grande italiano come l’architetto Renzo Piano.

Ma il fatto che sia un progetto a lungo termine, non è un buon motivo per non iniziare subito.

Occorrono non solo i provvedimenti per l’adeguamento antisismico ma anche gli investimenti che, il Governo Renzi ha iniziato e che continuerà a fare sulle scuole, sulle periferie, sul dissesto idrogeologico, sulle bonifiche e sui depuratori, sulle strade e sulle ferrovie, sulle dighe, sulle case popolari, sugli impianti sportivi e la banda larga, sull’efficientamento energetico, sulle manutenzioni, sui beni culturali e sui simboli della nostra comunità.

Un progetto che coinvolga concretamente tutti i cittadini interessati a dare una mano alla comunità del nostro Paese.

Dunque tre fasi. L’emergenza, la ricostruzione, la prevenzione.

Tre fasi diverse, tre cantieri diversi, tre responsabilità diverse.

Ma l’impegno comune di far vedere il volto migliore dell’Italia: lo dobbiamo a chi è stato ucciso dal terremoto e ai loro cari, ai superstiti che hanno il diritto di tornare a vivere e ai nostri figli perché l’immenso patrimonio italiano non è nostro. Non ce lo hanno dato in eredità i nostri genitori, ma ci è consegnato in prestito per i nostri figli. Dobbiamo essere all’altezza di questa responsabilità.

a cura dell’Ufficio Relazioni Esterne del Circolo PD di Ottawa 

Italia Unita