Lauryn Santini: Il mio segreto? Porto l’arte tra le persone

Passeggia tra le sue creature di tela e acrilico, sorseggiando il suo caffè con ghiaccio, quando arrivo nella sua Galleria d’Arte al nr 169 di Preston Street, nel cuore della Little Italy di Ottawa.

Due splendidi occhi neri incornciati da una cascata di capelli corvini e un piglio deciso di chi sa esattamente quello che vuole, sintetizzati in un sorriso dolcissimo, ci vengono incontro e, immancabile, come in ogni appuntamento Italiano ci dice:

Benvenuti ! Prendete un espresso?

Da Italiano, capisco che, questo, è il modo migliore di rompere il ghiaccio e mi lascio tentare: accetto e, puntuale, arriva un delizioso espresso doppio preparato da mani sapienti.

Zucchero?

Sì, grazie.

Continua, molto gentilmente a preparare il mio espresso e me lo porge con l’eleganza tipica delle vere donne Italiane del Sud.

LAURYN SANTINI

Ci fa accomodare nel suo ufficio all’ingresso della Galleria; scambiamo qualche battuta sulla serata di inaugurazione che c’è stata qualche giorno prima, ma poi, sono impaziente di sapere tutto dell’artista che ho di fronte.

  • Lauryn, da dove arriva la tua passione per l’arte e quale è stato il percorso dei tuoi studi?

Il piacere per tutto ciò che è arte l’ho sempre avuto, ma quella per le arti visive è proprio una passione, credimi! Inizialmente ho studiato a London (Ontario ci tiene a precisare).

Poi, successivamente, mi sono iscritta al Soteby’s Institute of Art a New York: ed è proprio a New York, dove mi sono trasferita per gli studi, che ho trovato i miei percorsi artistici.

New york è una città straordinaria sotto questo profilo, e tutto è più concreto; offre mille spunti e immense e infinite scene artistiche.

Purtroppo, il rovescio della medaglia è che, per un neo-laureato, è altamente competitiva e le opportunità di trovare sbocchi, si riducono

drasticamente.

Ottawa, invece, per chi come me che ha avuto la fortuna di studiare negli States, diventa un terreno culturalmente straordinario.

E, poi, da Italiana, ho un fortissimo senso della famiglia e il periodo di lontananza mi ha riportato a tornare a casa.

  • Che cosa è successo dopo il tuo rientro a Ottawa?

Succede che ho una intuizione.

Mi sono detta:devo provare a supportare e aiutare gli artisti locali, tutte quelle persone, giovani e meno giovani, che, ad Ottawa, ruotano intorno al mondo dell’arte.

Se sei nata in un posto e hai passato gran parte della tua vita in quel posto, devi credere nelle persone che vivono in quel posto e in modo orgoglioso supportare la tua città.

E così, collaborando inizialmente con una ventina di artisti, approfondisco il concetto di “gallery with a mobile space” già in uso nelle maggiori metropoli mondiali.

  • Di cosa si tratta? Cosa è il “gallery with mobile space”?

Parte dal presupposto che puoi promuovere gli artisti riducendo e

razionalizzando le risorse a tua disposizione: creando, in questo modo, delle vetrine temporanee.

Lo fai, quindi, esponendo le loro opere in una galleria virtuale e itinerante, sfruttando i social network, i web site, gli eventi, le manifestazioni: tutte quelle opportunità sociali che si offrono quotidianamente in giro per la città, consentendoti di creare delle vetrine, reali o virtuali, in cui esporre le opere degli artisti con cui lavori.

E’, in sostanza, il concetto dei pop-up shop.

Funziona, perché gli artisti hanno compreso che questi “spazi temporanei” permettono loro di muoversi rapidamente nell’ambito cittadino

guadagnando visibilità e mostrando alla maggior parte delle persone, le proprie opere.

  • Geniale!

Sì, come ti dicevo, nelle maggiori città del mondo è un sistema usato già da molto tempo: io l’ho solo introdotto a Ottawa.

Portiamo l’arte tra la gente, cercando di raggiungere il maggior numero possibile di persone, anziché aspettare che visitino una mostra.

  • Possiamo dire, a questo punto, che ti fa piacere rendere l’arte disponibile per tutti?

Assolutamente sì!

E questa è la ragione per cui, ci sono opere d’arte nella mia Galleria, che partono da prezzi molto accessibili e  la media è compresa tra i $200 e i $1500.

Voglio che anche le persone della mia età possano avvicinarsi all’arte intesa come forma di sublimazione e non come un business.

Quando hai 25 anni, probabilmente, è più facile che compri una tela di pochi dollari, piuttosto che tu investa un capitale; però, hai già fatto il primo passo e, con il passare del tempo, quando le tue finanze te lo permetteranno, se avrai imparato ad apprezzare l’arte, è possibile che tu farai investimenti maggiori.

  • Perché, oggi, la tua Galleria è stata spostata da Elgin street a Preston street?

Innanzitutto perché, per me,questo trasferimento è fortemente simbolico: è un modo per affermare tutto il mio orgoglio di essere di origine italiana: mio padre è italiano e mia madre è italiana da parte di padre e io sono fiera di questa eredità.

Poi, perché, secondo me l’arte ha i suoi tempi e, purtroppo, in Elgin street, puoi solo pensare che qualcuno ti visiti durante la pausa pranzo, senza alcuna possibilità di fermarti a parlare con lui: qui, invece, conto di trovare persone che avranno il piacere di condividere questa mia passione, trascorrendo del tempo tra le mie tele, magari sorseggiando un buon caffè con me.

  • Lauryn, dimmi qualcosa della tua vita privata

Sono una ragazza come tante altre, ho un fidanzato, studio, lavoro e, per gran parte del mio tempo, mi occupo del Crohn’s and Colitis Foundation of Canada (CCFC) di cui sono Vice-Presidente del Distretto di Ottawa-Gatineau.

  • L’ultima domanda Lauryn, quella di rito, ormai : cosa vorresti dire ai lettori de Il Postino?

Vorrei dire loro, innanzi tutto grazie! Grazie perché se ho deciso di

trasferirmi a Little Italia è perché volevo far parte della comunità italiana; e qui, ho trovato una comunità molto accogliente e solidale.

Mi piace l’idea di essere una dei primi a parlare di Arte locale qui a Preston Street e sono sicura che la sensibilità della mia Comunità Italiana saprà apprezzare questo sforzo, continuando a sostenermi come ha fatto fino a oggi.

Grazie Lauryn, grazie, perché anche tu, come tanti nostri connazionali di Ottawa hai già una tua storia da raccontare: una storia che ti auguriamo di successi professionali sempre più grandi.

Ciao e … a presto.