La città di Padova ospita, in uno dei suoi monumenti più significativi, il cinquecentesco Palazzo della Gran Guardia, la mostra Antologica di Gigino Falconi Una Vita per la pittura, curata da Giuseppe Bacci, che si inaugurerà Giovedì 18 dicembre 2014, alle ore 18.00.
Mostra realizzata dall’Amministrazione Comunale di Padova, in collaborazione con il Sodalizio Abruzzese - Molisano del Veneto nel suo trentacinquennale di fondazione e con il patrocinio della Regione del Veneto, della Regione Abruzzo e della Regione Molise. Nella serata inaugurale ci sarà l’intervento delle autorità politiche, la presenza dell'Artista Gigino Falconi e la presentazione critica di Giuseppe Bacci, curatore della mostra e del catalogo.
Nella prestigiosa Sala della Gran Guardia, dal 18 dicembre 2014 al 27 gennaio 2015 si potranno ammirare, con ingresso libero, una cinquantina di opere, alcune create appositamente per l’occasione, della produzione pittorica dell’artista abruzzese.
L’Antologica Una vita per la pittura è scandita, in catalogo, in sette percorsi temporali, che delineano l'intero itinerario artistico, iniziato nei primi anni Cinquanta, del pittore Gigino Falconi, comprendente opere che lo hanno reso protagonista della pittura figurativa. È un itinerario artistico-introspettivo siglato dalla ricerca di quel realismo magico, che ha la capacità di affascinare e di sedurre il visitatore.
I. Percorso. Anni Cinquanta: dall’esordio con un universo figurativo alla poetica informale.
II. Percorso. Anni Sessanta: dalla ricerca sulla surrealtà all’espressionismo.
III. Percorso. Anni Settanta: dalla surrealtà del presente allo straniamento.
IV. Percorso. Anni Ottanta: dalla poetica del mistero alla sospensione e attesa.
V. Percorso. Anni Novanta: adesione al religioso: dalle luci delle forme allo stupore del sacro.
VI. Percorso. Anni Duemila: opere di compartecipazione: dalla lucentezza della natura alle ossessioni dell’universo femminile.
VII. Percorso. Anni Dieci del nuovo millennio: dall’oblio della condizione umana alla luce dei riscattati e al fascino del paesaggio.
La fruizione, quindi, non si riduce allo sguardo emozionale di opere accattivate dalla critica: si espande in uno sguardo che va oltre, poiché nel contesto espositivo il Maestro Gigino Falconi ha assunto il compito di indicare la bellezza universale sulla cui pittura, raffinata e colta, Carlo Chenis così ha scritto: «L’arte di Gigino Falconi si consolida in forme temperate e assolute, cagionando estasi nostalgiche, romantici pensamenti, melanconie amorose.
Quanto in icona è elegante e seducente, così da indurre all’epifania ontologica, sia nell’armonia cosmica, sia negli stati esistenziali. Quanto in icona diventa meta-figurazione carica di ridondanze simboliche e di tensioni amorose, così da produrre felicità meste, sia nella rivisitazione onirica della realtà, sia nell’ipostasi reale dell’immaginazione. Si tratta di pittura metafisica narrata con fascino erotizzante. Risulta, però, distante dalle presunte poetiche che contrassegnarono i “metafisici” per antonomasia, quali de Chirico, Savinio, Carrà, unitamente ad altri coevi ed epigoni. Si tratta, infatti, di una metafisica che si volge all’esistenziale sublimandolo, non di una metafisica che si chiude nell’essenziale assolutizzandolo.
La mostra prosegue il compito celebrativo degli oltre sessant'anni di attività pittorica del Maestro, avviato nel marzo 2013 negli Stati Uniti ad Atlanta, con una mostra personale inaugurata nel giorno suo genetliaco, proseguito poi in Abruzzo con la grande antologica esposta al Museo d’Arte Moderna “Vittoria Colonna” di Pescara, presentata da Vittorio Sgarbi e da Giuseppe Bacci, per confermarsi, successivamente, con l'inaugurazione dello spazio a lui dedicato all'interno del Museo Civico pescarese.
Il Sindaco di Padova Massimo Bitonci e l'Assessore alla Cultura e Turismo Flavio Rodeghiero così hanno presentato l'evento in catalogo: «…Gigino Falconi, che da sessant’anni affronta giorno dopo giorno lo spazio bianco della tela, arricchendo di nuovi capitoli il tessuto dei suoi racconti. Pitture come cicli: dall’informale del dopoguerra ai paesaggi barocchi, dalle influenze letterarie e filosofiche alle suggestioni degli specchi, al ritratto, al sacro. Una carriera lunga, premiata da riconoscimenti e soddisfazioni, e una produzione ricca giustificano oggi l’allestimento di mostre retrospettive, come questa che la città di Padova ospita in uno dei suoi monumenti più significativi, il cinquecentesco Palazzo della Gran Guardia»
L’esposizione è accompagnata da una esauriente monografia di 168 pagine, edita dalle Edizioni Staurós, a cura di Giuseppe Bacci, e contenente, oltre la documentazione a colori di quanto esposto, saggi di vari autori, tra i quali Carlo Bo, Mario Luzi, Carlo Chenis, Enzo Fabiani, Rossana Bossaglia, Sandro Parmiggiani, Giuseppe Bacci e Marina Ciangoli.
A cura di Giuseppe Bacci