In questo lungo e caldo mese siamo stati impegnati su più fronti. Le due parole d’ordine sono sempre le stesse: riforme e crescita.
Sul fronte economico, tra mille problemi, tanti segnali sono positivi, finalmente positivi: la produzione industriale a maggio ha fatto più 3% sul maggio 2014, la cassa integrazione è drasticamente ridotta, Banca d’Italia ha alzato le previsioni del PIL 2016-2017 addirittura oltre le stime del Governo, i consumi hanno interrotto un’emorragia pluriennale. E quando è arrivato il momento più duro della crisi greca in molti continuavano a insistere con le preoccupazioni sul contagio: “Vedrai, anche l’Italia sarà messa nel mirino”. Abbiamo visto che le cose non sono andate così. L’Italia non è più il problema dell’Europa, come nel recente passato.
Tutto questo sta accadendo in un contesto internazionale non semplice (Mediterraneo, Grecia, Ucraina), ma l’Italia è economicamente al sicuro perché il Parlamento ha dimostrato di poter finalmente mantenere i propri impegni, realizzando le riforme. Se l’Italia non avesse fatto in questo anno il JobsAct e le riforme istituzionali (legge elettorale e province, per adesso, ma sono in arrivo Senato, Titolo V e pubblica amministrazione), le pene più dure sulla corruzione e le banche popolari, gli 80 euro e l’Irap sul costo del lavoro, e via dicendo saremmo stati considerati dagli osservatori internazionali e dai mercati come i soliti parolai. Non è così, non è più così. L’Italia è tornata, gioca il proprio ruolo nel mondo (a cominciare dall’Africa, che è la scommessa più intrigante e difficile dei prossimi anni) e riacquista credibilità ogni giorno. Questo ci dà ossigeno per tornare a crescere . Cosa che non accadeva da anni.
Certo la sfida non è facile, anche perché c’è una costante tentazione del sistema Paese a autoflagellarsi. In tanti dicono che va tutto male, sempre male, solo male. Scommettono sul fallimento. Noi no. Ci proviamo. Ogni giorno. Passo dopo passo.
Ecco perché la foto di copertina di questa enews è una foto inattesa, forse: vede aziende, sindacati, governo, regioni festeggiare a Palazzo Chigi. Non credo che la troverete su molti giornali: è una buona notizia! Riguarda l’accordo Whirlpool, che ha salvato - tra l’altro - la fabbrica di Carinaro a Caserta, operazione che sembrava impossibile solo due mesi fa. Non è l’unica buona notizia di ieri: abbiamo firmato 8 miliardi di contratti con l’Egitto in vari settori, otto miliardi di euro passati nel silenzio più assordante; abbiamo ottenuto un investimento di 500 milioni nel settore agricolo-tabacco tra Benevento, Caserta, Toscana, Umbria e Veneto; abbiamo ricevuto l’ennesimo dato positivo sulla riduzione del numero dei cassaintegrati. Bene.
Ma tutto questo ha senso solo se ci ricordiamo il nostro obiettivo: noi non vogliamo solo tirare fuori l’Italia dalla crisi. Vogliamo riportarla al posto che merita: alla guida dell’Europa. E costi quel che costi, ce la faremo. Perché l’Italia si merita