Molisano d'origine, nel suo incessante peregrinare intorno al mondo non ha mai rinunciato alle proprie radici, esaltandone tradizioni e valori.
Il mio primo incontro con Ermanno La Riccia risale agli anni Sessanta quando, in seguito ad un’ardua lotta ideologica e culturale con la Commissione Scolastica di Montréal, riuscì ad ottenere aule scolastiche e compensi finanziari per gli insegnanti che avrebbero assicurato la continuazione dello studio della lingua italiana a decine di migliaia di figli di nostri connazionali nella metropoli canadese. Mentre annunciava a centinaia d’insegnanti, riuniti in assemblea, i risultati positivi raggiunti, uno dei rappresentanti degli insegnanti disse che buona parte del successo doveva essere attribuito proprio a lui, a Ermanno La Riccia. Con i suoi pressanti e molteplici articoli sui giornali era riuscito a risvegliare la comunità italiana destando in essa l’interesse per lo studio della nostra lingua, e a convincere le autorità scolastiche responsabili a prendere i dovuti provvedimenti. Tutti si alzarono in piedi per ringraziare un uomo sempre pronto a usare la penna per difendere i deboli, aiutare i bisognosi, promuovere la cultura italiana, e diffondere il patrimonio artistico e culturale della sua terra d’origine.
L’avventura americana
Nato a Larino, in provincia di Campobasso, uno dei centri abitati più importanti del basso Molise dal punto di vista sia demografico che storico e culturale, Ermanno La Riccia è costretto a lasciare il paese nel 1952 come migliaia di altri suoi conterranei, per cercare all’estero un futuro più roseo. Proveniente da una famiglia numerosa, composta da modesti contadini, fu cresciuto da una coppia di zii senza figli: lo zio Michele e la zia Maria Giuseppa che lo amarono come un figlio. È a questa zia, sua seconda madre, che Ermanno rende omaggio nella poesia introduttiva: Quello Sguardo. Aiutato e incitato dagli zii paterni, Ermanno riuscì a continuare gli studi e a completare i corsi tecnici industriali. Appena sbarcò in Canada, La Riccia trasse vantaggio dall’educazione ricevuta in patria e, oltre ad imparare le due lingue parlate nel Quebec, seguì per alcuni anni dei corsi integrativi all’Università di Montréal, ottenendo la laurea in Ingegneria con la quale si qualificò per lavorare fino al tempo della pensione nella compagnia internazionale Pratt & Whitney, famosa per la costruzione di motori aerei. Sposatosi nel 1959 con Isabella Di Soccio, originaria di Pescara, in Abruzzo, ebbe da lei una figlia: Liana, laureata in Legge, e due figli: Michele e Orazio che, seguendo le orme paterne, si sono laureati entrambi in Ingegnieria.
Scrittore premiato in Italia e in Canada
Fin dal suo arrivo in Canada, La Riccia comincia a scrivere per vari giornali e riviste italiane e, parallelamente all’occupazione di ingegnere, svolge un’intensa attività giornalistica, collaborando assiduamente con vari organi ufficiali della stampa locale e internazionale tra i quali Il Progresso Italo Americano di New York, Il Mezzogiorno di Roma, Il Corriere Canadese di Toronto, La Verità, Il Corriere del Quebec, La Tribuna Italiana, La voce del Popolo e Insieme di Montréal, di cui è stato uno dei fondatori. Attualmente è opinionista de Il Corriere Italiano di Montréal e corrispondente dal Canada del Messaggero di sant’Antonio di Padova. Nei suoi articoli ha presentato associazioni e avvenimenti sociali, ricorrenze e celebrazioni civili e religiose, ma soprattutto ha illustrato la carriera e i successi di varie personalità d’origine italiana che con il loro coraggio e la loro operosità hanno fatto onore alle loro radici italiche. Oltre alla cooperazione assidua e costante con tutti questi media d’informazione, e oltre alla direzione di una scuola di lingua italiana del sabato, gestita dal PICAI, Ermanno si è anche cimentato nella presentazione di una decina di commedie musicali, da lui scritte e dirette, ed eseguite con successo dal Coro Alpino di Montréal e dal suo gruppo teatrale. Quello che l’ha occupato di più negli ultimi vent’anni è stata la pubblicazione di tre libri di racconti e di un romanzo. I primi due: Terra Mia e Viaggio in Paradiso contengono una quarantina di racconti di avvenimenti realmente accaduti, o verosimilmente immaginati, nella vita di tantissimi emigrati del secolo scorso. In questi racconti viene descritta con molto realismo l’indigenza estrema di questi connazionali, costretti a lasciare la patria e a partire verso l’ignoto, con la speranza di trovare altrove pane e benessere. Spesso, però, il sogno non si è realizzato, e le speranze si sono trasformate in delusioni. Molti sono sottoposti a lavori estenuanti e difficili, in condizioni miserabili e disumane. E se il paradiso economico è stato raggiunto, è sempre stato conquistato a prezzo di una ferrea volontà e di enormi sacrifice.
Questi due libri sono stati molto apprezzati non solo dai numerosi lettori emigrati che si sono immedesimati nelle vicende dei personaggi descritti, ma anche dai giovani studenti d’italiano in alcune scuole superiori di Montréal e altrove dove sono stati usati come testi scolastici. Il terzo libro di racconti: Amore Infinito contiene dieci racconti di vicende amorose, a volte drammatiche, altre volte umoristiche, ambientate sotto cieli diversi, scritte con fantasiosa immaginazione, capaci di catturare l’attenzione del lettore dall’inizio fino alla fine.
Il quarto libro in prosa: La Padrona, narra l’avvincente idillio amoroso di due giovani contadini, contrastati nei loro sentimenti e aspirazioni dalle malefiche decisioni di una spietata e ambiziosa matrona, arricchitasi in seguito al matrimonio di convenienza con un ricco proprietario terriero. Questo romanzo mette in risalto le sofferenze, i disagi e le ingiustizie tollerate dai poveri contadini del secolo scorso, sfruttati da padroni tirannici, avidi di nuove ricchezze, aggressivi e senza scrupoli. Scritti in forma semplice e scorrevole, questi libri hanno ottenuto vari premi internazionali di Narrativa, insieme ad importanti riconoscimenti letterari sia in Italia che in Canada.
Il poeta raffinato
Dopo tre libri di racconti e un romanzo, Ermanno non poteva omettere di pubblicare una raccolta di poesie: La Voce delle Pietre che raccoglie una sessantina di poesie composte in un linguaggio semplice ma profondo e commovente. Questa raccolta presenta un susseguirsi di avvenimenti che cominciando dal suo paese natio lo accompagnano in tutto il suo cammino lungo i sentieri della vita. È nella poesia che Ermanno si rivela in tutta la pienezza della sua personalità e del suo carattere. È nell’espressione dei suoi sentimenti più intimi che mostra la squisita raffinatezza della sua percezione di persone e cose che lo circondano. Ed è nella poesia che Ermanno si rifugia nei momenti più difficili per trovare la forza per superare le sue delusioni e i suoi insuccessi. Con la poesia egli ha anche espresso il suo attaccamento alla terra d’origine, mai rinnegata ma sempre amata e mai dimenticata; la sua gratitudine per coloro che gli fecero del bene; il suo affetto per coloro che gli diedero la vita; la sua percezione della preziosità dell’amicizia.
Con i suoi libri e con le sue poesie, Ermanno La Riccia ha rivelato un’enorme facilità di immaginazione e di espressione, una profonda creatività di pensieri e un’innata bontà d’animo che hanno fatto di lui una personalità stimata e rispettata non solo dalla grande comunità italiana di Montréal ma anche da quanti sono stati toccati e influenzati dai suoi libri e dai suoi scritti. A giusta ragione, le autorità civili della sua città natale, Larino, durante una presentazione ufficiale delle sue opere letterarie, lo hanno indicato come «uno dei nostri cittadini più celebri, che pur vivendo lontano dalla sua terra ne conserva e ne esalta le tradizioni e i valori.
Di Costanzo Colantonio