Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro degli Esteri Emma Bonino, ha approvato il Disegno di legge di ratifica e di esecuzione dell’Accordo di sicurezza sociale fra l’Italia ed il Canada, firmato a Roma il 22 maggio 1995 (il Protocollo aggiuntivo è stato firmato a Roma il 22 maggio 2003). Il Disegno di legge per essere definitivamente ratificato dovrà essere approvato dai due rami del Parlamento italiano, prima dalle Commissioni competenti e poi dalle aule. Tuttavia il fatto che il Governo ha già dato l’ok ci fa buon sperare che la discussione in Parlamento sarà solo una breve e semplice formalità.
Si tratta di una decisione attesa da tempo e di un concreto successo di coloro i quali si sono battuti per questo risultato da tantissimi anni, in prima fila i parlamentari del Partito democratico (Bucchino nelle scorse legislature e La Marca in quella attuale) che con le loro iniziative politiche e parlamentari hanno contribuito in maniera determinante a sensibilizzare Governo e Parlamento sulla importanza del rinnovo dell’accordo.
Il rinnovo dell’accordo di sicurezza sociale con il Canada, accordo che come è noto è già stato approvato dal Parlamento canadese, garantirà importanti benefici per la collettività italiana in Canada e per i cittadini canadesi che vivono in Italia.
Ricordo che il nuovo accordo di sicurezza sociale sostituirà quello precedente entrato in vigore nel 1979 ed attualmente ancora vigente. Ho sempre ritenuto ingiustificabili e incomprensibili i ritardi da parte dell’Italia nell’onorare gli impegni presi con il Canada e con gli italiani lì residenti.
Il nuovo Accordo era nato dall’esigenza di valutare l’evoluzione intervenuta negli anni nelle legislazioni dei due Paesi, di migliorare lo standard di protezione dei lavoratori, e di elaborare tecniche e procedure tese a garantire una più rapida erogazione delle prestazioni previdenziali.
L’Accordo non solo conferma e consolida i benefici già previsti dall’Accordo del 1977, ma ne prevede altri che renderanno più ampia ed equa la tutela sociale.
Nelle passate legislature i Ministeri degli Esteri, del Lavoro e dell’Economia non avevano mai chiarito i motivi per cui l’importante accordo di sicurezza sociale – un accordo che introduce misure migliorative e i cui costi sono molto limitati – non veniva inserito nell’agenda dei lavori del Parlamento italiano. Sebbene il nuovo accordo rivesta grande importanza per la collettività italiana in Canada, i Ministeri competenti avevano sempre sostenuto che le difficoltà di bilancio non consentivano di perfezionare l’iter di ratifica. In realtà il rinnovo dell’accordo di sicurezza sociale italo-canadese – secondo le stime degli enti competenti (Ministeri e Inps) – comporterà un onere finanziario limitato che comunque verrà compensato dai benefici previdenziali e procedurali (la totalizzazione multipla, le deroghe territoriali per i lavoratori distaccati, il miglior coordinamento per le pensioni di invalidità, le migliori procedure di collaborazione amministrativa fra le parti, ecc.). Il Governo ha quindi finalmente risposto positivamente alla mia interrogazione con l’approvazione in Consiglio dei Ministri e la prossima presentazione in Parlamento del Disegno di legge di ratifica del nuovo accordo di sicurezza sociale italo-canadese. In un prossimo comunicato illustrerò le innovazioni più importanti introdotte nel nuovo accordo e i benefici che ne deriveranno per lavoratori e pensionati. Credo tuttavia che per il fatto che il “nuovo” accordo fu predisposto negli anni ’90 e per il ritardo di questa ratifica, sarà necessario in un prossimo futuro introdurre, magari con uno scambio di note, alcuni aggiornamenti attinenti alle modifiche intervenute in questi ultimi anni nei rispettivi sistemi pensionistici ed inserire nel campo di applicazione soggettivo anche i dipendenti pubblici e i liberi professionisti che sono rimasti ingiustamente esclusi.
Infine vale la pena sottolineare che l’Accordo stabilisce che le province del Canada possono concludere con l’Italia Intese in materia di sicurezza sociale che siano in conformità con le disposizioni dell’Accordo stesso. Ciò comporterà la necessità di rivedere l’Intesa di sicurezza sociale conclusa con la provincia del Québec nel 1979, per coordinarla con l’Accordo.