Una voragine si è aperta nel cuore di Firenze, lungo l’Arno, ingoiando una ventina di autovetture. E il bilancio poteva essere più disastroso.
Mercoledì 25 maggio, sul Lungarno Torrigiani, a Firenze, si è aperta una voragine di proporzioni considerevoli; l’area, in attesa che siano effettuati gli ultimi accertamenti prima di iniziare la rimozione delle automobili coinvolte, sprofondate di qualche metro, è stata perimetrata e isolata.
Il terreno ha ceduto in prossimità dell’argine nel tratto tra Ponte Vecchio e Ponte alle Grazie, dove si è formata una voragine lunga circa 200 metri per 7 di larghezza, con una profondità massima intorno ai 3 metri.
Ma, come si è formata questa voragine?
Secondo le ultime ricostruzioni fatte dai tecnici, il cedimeto è stato causato della rottura di una tubatura dell’acqua. Nella notte tra martedì e mercoledì alcuni abitanti sul Lungarno avevano segnalato ai vigili urbani la presenza di acqua in strada.
La locale azienda idrica che ha in gestione l’acquedotto, aveva rilevato nella zona un calo di pressione dovuto a una probabile perdita e aveva inviato una squadra per intervenire.
I tecnici, che hanno lavorato fino alle 3:20 circa, hanno identificato una falla in un tubo da 40 centimetri di diametro, l’hanno chiusa temporaneamente con una fasciatura e hanno deviato il flusso dalla tubatura per evitare che la pressione dell’acqua portasse a nuove perdite, che intanto avevano formato una buca di alcune decine di centimetri sulla carreggiata.
Alle prime ore del mattino, è stato rilevato un nuovo calo di pressione nella zona: il tutto era dovuto alla rottura di un altro tubo che in pochi minuti ha portato alla formazione della grande voragine.
Quali sono le cause del cedimento?
Non è ancora chiaro che cosa abbia portato alla grande perdita d’acqua nella mattina di ieri, e serviranno giorni prima di capirlo perché le tubature interessate sono sommerse da una grande massa di terra e fango.
L’ipotesi più accreditata sarebbe da ricercarsi nella circostanza che la chiusura del tubo da 40 centimetri danneggiato abbia portato a un carico di pressione eccessivo sulle tubature adiacenti, in particolare in un vecchio tubo ben più grande, di 70 centimetri di diametro. Le nuove perdite d’acqua avrebbero inzuppato il suolo tra la carreggiata del lungarno e la spalletta dell’argine, in un punto dove passa il “canalone”, una vecchia struttura fognaria in disuso in cui si sarebbero riversati acqua e fango creando il vuoto sotto alla strada, che col peso delle automobili ha infine ceduto.
Le tubature interessate dal guasto risalgono ormai agli anni cinquanta e la loro sostituzione era in programma per il 2017-2018, nonostante fossero datate e avessero un ciclo di vita intorno ai 40 anni.
L’acquedotto di Firenze perde circa il 36 per cento del suo carico d’acqua ogni giorno, un problema comune a molte grandi città italiane dove la perdita è in media intorno al 40 per cento. La rete idrica italiana è molto vecchia; tuttavia, gli interventi di manutenzione sono molto costosi e non c’è denaro per effettuarli.
Un intervento medio ha un costo che si aggira intorno ai 200-300 euro per metro quadrato e, in una città come Firenze servirebbero 90 milioni l’anno per la manutenzione; in realtà se ne spendono solo 18 milioni!
Pertanto, c’è da aspettarsi che potrebbero esserci altri episodi, come quello di Firenze, nel resto delle città italiane. (edr//AG)
di Antonio Giannetti