Al numero 7 di viale Crispi, all’Aquila, dove un tempo c’era l’Isef e a preparare gli aspiranti insegnanti di educazione fisica arrivavano campioni come Pietro Mennea, nel 2012 e’ nato il Gran Sasso Science Institute.
Aperto 24 ore su 24, il Gran Sasso Science Institute e’ una scuola di dottorato internazionale sorta dopo il terremoto come progetto sostenuto dall’Ocse e dalla regione Abruzzo e gestito dall’Istituto nazionale di fisica nucleare con la collaborazione dell’università dell’Aquila «per restituire alla città — dice il rettore, Eugenio Coccia, allievo di Edoardo Amaldi, uno dei ragazzi di via Panisperna guidati da Enrico Fermi — la propria vocazione culturale e scientifica». Poi è iniziato l’iter al ministero e oggi il Gssi è a tutti gli effetti una scuola universitaria superiore come la Iuss a Pavia, Normale e Sant’Anna a Pisa, Sissa a Trieste, Imt a Lucca. Le ultime tre hanno sostenuto il percorso della scuola abruzzese.
Open space, biblioteche, sale riunioni, la scuola è aperta 24 ore su 24, festivi compresi, «per dare modo a chiunque voglia - spiega Elena Canovi, che al suo interno si occupa di divulgazione - di lavorare in piena libertà e sfruttando tutto il tempo disponibile».
E così, nella città martoriata, tra polvere, ruspe e cantieri, il team di Eugenio Coccia ha dato il proprio contributo alla scienza nello sprint finale verso la scoperta delle onde gravitazionali. Gli 8 ricercatori, compreso il rettore che studia l’argomento da 36 anni, risultano infatti tra i firmatari del rivoluzionario studio a cui hanno partecipato oltre mille scienziati di tutto il mondo. Non è ancora ufficiale, ma nell’ambiente si dà per scontato che la «scoperta del secolo» riceverà il Nobel, quest’anno rinviato solo perché al momento dell’annuncio il termine di presentazione della candidatura era già scaduto. La prima onda gravitazionale è stata percepita dagli interferometri di Ligo, negli Stati Uniti, il 14 settembre 2015, cent’anni dopo la previsione di Albert Einstein. «Un momento storico per la scienza e l’umanità intera - racconta Coccia - abbiamo acquisito la possibilità di percepire le vibrazioni dello spazio-tempo. D’ora in poi non solo vedremo il cosmo, ma ascolteremo le sue vibrazioni, la sua musica».
L’astrofisica è solo uno dei campi in cui si cimentano i 120 giovani dottorandi, provenienti da tutto il mondo, che partecipano alle ricerche del Gssi. Gli altri sono la matematica applicata, l’informatica e le scienze urbane. I ricercatori del team delle onde gravitazionali rispetto agli altri sono sempre in giro tra i vari siti dove vengono effettuate le rilevazioni, tra questi l’osservatorio Virgo di Cascina, a Pisa, nel sito dell’European Gravitational Observatory. Akshat scrive alla lavagna la formula delle onde gravitazionali. Lorenzo ci racconta di quando, l’anno scorso, sconfissero a calcetto i colleghi dei Laboratori del Gran Sasso. Al Gran Sasso Science Institute arrivano studenti da tutte le parti del mondo, con passioni, hobby e interessi come quelli dei loro coetanei. C’e’ chi balla la break dance, chi gioca a pallavolo, chi gioca a carte... I geni che studiano i misteri dell’universo, visti da vicino, sono ragazzi normali.