Dal momento in cui apriamo gli occhi al mondo, sappiamo che ci attendono grandi cose, molte gioie; ma anche una giusta porzione di fatiche.
Che, alla fine dei conti, si può semplificare con con la frase: la fatica di crescere.
Perché dentro di noi sapevamo che, prima o poi, avremmo dovuto obbedire anche a questo.
Crescere comporta imparare ogni volta a lasciare lidi conosciuti per mete qualche volta segnate sulla mappa, intraviste o almeno dai contorni definiti nei nostri sogni.
Altre volte dove guardiamo non c’è niente, però almeno è fiocamente illuminato dalla nostra poca fede. Comporta perciò anche rischiare, sbagliare, cadere e rialzarsi, muovere i nostri primi traballanti passi, sempre a rischio di fare i conti con la forza di gravità, per essere poi capaci addirittura di correre o scalare montagne.
Ma aggrapparci alle nostre prime certezze non ci porterà molto lontano: resteremo incollati alla gamba di un tavolo o a quelle di una mamma.
Che, forse, ci sembrerà più sicuro, ma di certo ha ben poco futuro in sè.
Il tempo che, inevitabilmente, passa via, il fatto di aver davanti a noi una bella fila di domani, è solo la vita.
E, come dice lo scrittore Robert Frost: “Il miglior modo di venirne fuori è sempre quello di passarci in mezzo”; lui che di sé scrisse anche “ ... a un certo punto, due strade divergevano in un bosco, ed io, io presi quella meno battuta, e questo ha fatto tutta la differenza”.
Evitare di parlare della morte non ci metterà al riparo dal doverla vivere prima o poi di persona, una prima e ultima volta.
Ciò che però possiamo fare è esserci, con tutto noi stessi, la nostra attenzione e tensione, i nostri ideali e azioni, prima che vengano a prenderci.
Ci è stato insegnato che la felicità non consiste nell’allungare la nostra vita, ma nell’allargarla: “Chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà” (Mc 8,35).
C’è ben poco da spiegare, quando ci viene detto: “Devo, cioè, amare l’amico e il nemico, nel Signore e per il Signore; e per il mio prossimo, se sarà necessario, devo essere pronto a dare la vita”. Che bello! Avere una vita davanti per amare e farci amare!
Senza perdere tempo, e senza scuse, perché i problemi sono davvero tanti. Cominciamo subito, oggi!
Ci vorrà un secolo per risolverli, tanto sono complessi e fuori dalla nostra portata?! D’accordissimo.
Lo vediamo anche noi, ma vediamo anche che se incominciamo domani, bene, allora ci vorrà un secolo meno un giorno. ©
di Antonio Giannetti