Aver lavorato nello staff di un uomo straordinario come Matteo Renzi mi ha sempre reso orgoglioso.
Oggi, alla luce degli ultimi eventi che hanno portato alle dimissioni volontarie del nostro Presidente del Consiglio - che pur avendo la maggioranza in parlamento, così come avrebbe fatto ogni uomo abituato al rispetto della propria parola – mi rende fiero di essere ancora al suo fianco.
Tutto questo al punto che la nostra testata, oggi, elegge Matteo Renzi, Persona dell’anno 2016.
Ecco una breve biografia di questo grande statista.
Matteo Renzi nasce a Firenze l’11 gennaio del 1975. Subito, l’impegno civile diventa la caratteristica che il giovane Matteo trova subito nella sua famiglia, anche e soprattutto grazie a suo padre, il quale da sempre si è impegnato in movimenti politici ed ideologici.
Cresce a Rignano sull’Arno, luogo nel quale risiedono i suoi genitori, nel 1989 Matteo si iscrive al Liceo ginnasio Dante Alighieri di Firenze; sempre in questi anni, in qualità di educatore, si dedica anche allo scoutismo. Ben presto il giovane Matteo capisce che la politica è la strada maggiormente in grado di coinvolgerlo. È del 1994 infatti, la sua prima opera in questo senso, quando dà il suo contributo per la nascita del “Comitato per Prodi presidente”. Sempre in questo stesso anno poi, all’età di diciannove anni, partecipa al noto programma “La ruota della fortuna”, condotto da Mike Bongiorno, come concorrente. Resta in tv per ben cinque puntate di seguito, sfoggiando la sua abilità e vivacità intellettiva, portandosi a casa trentatre milioni di vecchie lire.
Due anni dopo poi, nel 1996, Matteo Renzi ufficializza il suo sodalizio con l’impegno civile e si iscrive al Partito Popolare Italiano. Neanche tre anni dopo, nel 1999, diventa segretario provinciale del partito.
Iscrittosi all’Università di Firenze, alla Facoltà di Giurisprudenza, nel 1999 consegue la laurea, discutendo una tesi dal titolo “Firenze 1951-1956: la prima esperienza di Giorgio La Pira Sindaco di Firenze”. In ogni caso, il 1999 è un anno di svolta per Matteo Renzi, che comincia anche a darsi da fare con alcune pubblicazioni, attività che non manca di incentivare nel corso della sua successiva carriera politica. Prende parte, infatti, al libro “Mode - Guida agli stili di strada e in movimento”, curato da Fulvio Paloscia e Luca Scarlini ed edito da Adnkronos libri, e, sempre nel 1999, è coautore del volume “Ma le giubbe rosse non uccisero Aldo Moro”, scritto a quattro mani con Lapo Pistelli. Contemporaneamente, dirige il mensile nazionale “Camminiamo Insieme”, firmando i suoi articoli con lo pseudonimo di “Zac”.
Prima di entrare definitivamente in politica, Renzi lavora per una società di servizi di marketing la cui proprietà fa a capo alla sua famiglia, la CHIL srl. I ruoli ricoperti sono sempre di carattere dirigenziale e il grosso dell’azienda, quanto a mole di lavoro ed introiti, si deve al servizio di vendita per conto del più importante quotidiano fiorentino, La Nazione.
Intanto, lo scenario politico è mutato. E nel 2001, dopo un inizio apparentemente centrista, il futuro “rottamatore” si fa eleggere coordinatore del partito della Margherita di Firenze. Anche qui, ci mette poco a farsi apprezzare e due anni dopo, nel 2003, diventa segretario provinciale.
L’occasione che si prospetta davanti è quella delle elezioni provinciali e le forze del centrosinistra scelgono proprio lui, un moderato, come loro leader per andare alle elezioni. Il 13 giugno del 2004, con il 58,8 % dei voti, Matteo Renzi viene eletto Presidente della Provincia di Firenze.
Durante questa esperienza, si fa portavoce di una ventata di gioventù nella politica e mette a segno alcune interessanti manovre, molto apprezzate non solo tra i suoi elettori. L’abbassamento delle tasse provinciali ad esempio, o il suo impegno nei rifiuti con il piano provinciale, senza dimenticare opere legate alla cultura e all’innovazione, come la manifestazione “Genio Fiorentino”, per valorizzare Palazzo Medici.
Durante il suo mandato alla Provincia, Renzi scrive un altro libro, totalmente firmato da lui e che segna un po’ il suo pensiero politico il quale, per quanto di centrosinistra, molto deve all’impostazione ideologica cara a De Gasperi. Il testo, apprezzato da critica e pubblico di lettori, si intitola “Tra De Gasperi e gli U2. I trentenni e il futuro”, edito da Giunti nel 2006.
L’ascesa di Matteo Renzi continua senza sosta. Il giovane politico sfrutta soprattutto il fatto di essere un grande comunicatore, attento a tutti i mezzi possibili, new media compresi, e in grado di utilizzarli in modo adeguato e vincente. Il 29 settembre del 2008 infatti, questa volta prediligendo il contatto orale con la gente e davanti a una platea di quasi 2.000 persone, annuncia a sorpresa la sua candidatura alle elezioni primarie del Partito Democratico, valide per rappresentare la coalizione di centrosinistra alla imminenti elezioni nella città di Firenze. Dopo alcuni mesi di campagna elettorale tra strade e piazze, vince le primarie del 15 febbraio del 2009, secondo molti a sorpresa, ottenendo il 40,52% dei voti.
Intanto pubblica il libro “A viso aperto”, edito da Polistampa nel 2008, il quale raccoglie 240 e-news tra quelle inviate negli ultimi otto anni di impegno politico ad amici ed elettori.
Il 9 giugno del 2009, alle elezioni amministrative, Renzi ottiene il 47,57% dei voti contro il 32% del suo avversario, Giovanni Galli (ex sportivo, in passato portiere del Milan), scelto per rappresentare il centrodestra. Al ballottaggio del 22 giugno poi, candidato a sindaco, ottiene 100.978 voti, aggiudicandosi la carica di primo cittadino di Firenze grazie al 59,96% dei voti.
Durante i primi 100 giorni del suo mandato, come una delle sue prime azioni di governo della città, realizza la completa pedonalizzazione di piazza del Duomo.
Nel novembre del 2010 poi, il Sindaco di Firenze si guadagna il soprannome con il quale si è fatto conoscere anche lontano dai suoi consueti contesti. Durante il convegno che si tiene a Firenze, intitolato “Prossima fermata Italia”, organizzato da Renzi e Pippo Civati, il primo cittadino fiorentino dichiara espressamente l’esigenza, da parte del Partito Democratico, di dover liberarsi di un gruppo dirigente ormai ritenuto vecchio e parlando proprio in termini di “rottamazione” per i vari Bersani, D’Alema e Veltroni.
Il suo libro, che si intitola emblematicamente “Fuori!”, uscito per Rizzoli nel 2011, riprende e amplia questi concetti, affrontando anche alcuni problemi politici nazionali.
Sposato con Agnese, insegnante precaria, Renzi è padre di tre figli: Francesco, Emanuele ed Ester.
Alla fine del 2013, alle elezioni primarie del Pd, supera i due candidati Cuperlo e Civati e viene eletto nuovo segretario del partito. Passano solo pochi mesi e assume l’incarico dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano di formare un nuovo governo, sostituendo alla carica di premier, il suo collega di partito Enrico Letta.
Nei primi mesi del suo governo il suo operato si distingue per la concretezza degli intenti e per l’incalzare dei lavori che si susseguono a ritmo serrato.
Alle elezioni europee che si svolgono alla fine del mese di maggio 2014, il partito che guida ottiene un risultato straordinariamente inaspettato: il Pd risulta di gran lunga il prima partito in Italia con oltre il 40% di preferenze.
Dopo tre anni di governo, si arriva alla fine del 2016 al referendum il cui Sì dovrebbe confermare le modifiche alla Costituzione che tanto hanno impegnato il governo e su cui molto puntava Napolitano quando affidò l’incarico a Renzi. Con un’affluenza record tuttavia vince il No con circa il 60% dei voti. Considerato il risultato, Matteo Renzi si dimette da premier, confermando la circostanza che è uomo che mantiene le promesse. Mai, nessun politico prima d’ora, infatti, con la maggioranza parlamentare si era dimesso. Matteo Renzi lo ha fatto.
a cura di Antonio Giannetti