“Gli dei omerici, oltre che rappresentazioni mitiche di forze naturali, sono anche incarnazione degli ideali di vita dominanti nella società greca. Le qualità che sono
considerate pregevoli negli uomini vengono attribuite agli dei, in proporzioni ingrandite. Tuttavia, nella
rappresentazione originaria degli dei, la loro azione è dominata dal capriccio e dalla passione, e non appare soggetta a principi morali. Solo più tardi le nuove intuizioni etiche, e più particolarmente l’ideale di giustizia, si proiettano sulle figure degli dei tradizionali, e Zeus è presentato come il custode della giustizia e dell’ordinamento morale fondato su di essa.” (Paolo Lamanna)
“Nel paradiso terrestre Adamo dà i nomi alle cose: senza di lui esse sarebbero state soltanto creature di Dio; ma del pensiero di Dio avrebbero avuto bisogno in ogni caso, per avere legge e forma, come della Sua volontà per esistere. Il nome che dà il pensiero ai dati della esperienza è ancora più squisito; e suona certezza o verità. “Certezza”, quando riconosciamo la realtà del fatto o dell’atto; il suo presentarsi e imporsi nella vita, e la natura del suo contenuto e dei suoi contorni. “Verità”, quando il certo dell’esperienza (certo, da “cerno”, perché scelto, giudicato positivo e non apparente) si chiarisce e si spiega e viene giudicato in tutto il suo significato e il suo valore. Se questa designazione e questa discriminazione non avvenissero, la vita sarebbe per noi “un continuo tentare senza riuscire, un cammino buio e cieco, inerte e, soprattutto, disperato”.
“Lo Stato non può affermare il principio della inviolabilità della vita – al quale pure si richiama giustamente quando condanna un assassino – se non lo riconosce esso stesso come un suo principio a ogni costo.”
“IL DIRITTO E I PROVERBI. Difficile trovare proverbi che collimino con il diritto. Esaminiamo sette proverbi. 1) CHI ROMPE PAGA E I COCCI SONO I SUOI. La realtà: per salato che sia il risarcimento del danno, i cocci restano al proprietario. Altrimenti la avvenuta rottura sarebbe un modo di acquisto della proprietà. 2) OGNI PROMESSA E’ DEBITO. La realtà: è debito solo la promessa al pubblico. La promessa di pagamento vale solo a invertire l’onere della prova sulla esistenza del debito. 3) A CAVAL DONATO NON SI GUARDA IN BOCCA. Il diritto autorizza a guardare. Eccome! Intanto è valida la clausola che addossa al donante la responsabilità per i vizi della cosa donata. Ancora: in mancanza di una apposita clausola, i vizi possono essere denunziati in caso di dolo del donante. 4) UN BEL TACERE NON FU MAI SCRITTO. Quanto questo tacere sia bello possono dirlo tutti i proprietari di suoli che hanno fatto domanda per ottenere una licenza di costruzione e sono in attesa di risposta. 5) CHI TACE ACCONSENTE. Chi tace per il diritto privato non dice alcunché, non consente affatto. 6) DOPO IL MALFATTO PENTIRSI NON VALE. Vedere la legge sui pentiti: chi confida nei proverbi può avere l’amara sorpresa di trovarsi di fronte, in legittima libertà, un pluriomicida. 7) AL CONTADIN NON FAR SAPERE QUANTO E’ BUONO IL FORMAGGIO CON LE PERE. Assolutamente sbagliato: ai braccianti agricoli i contratti collettivi del settore riconoscono il diritto di informazione. Per quanto sopra si può fondatamente argomentare che se i proverbi sono la quintessenza del buon senso e se il diritto predica tutto l’opposto dei proverbi, una sola conclusione si impone: è il buon senso il rovescio del diritto.”
“Il legislatore non può fare quello che vuole. Meglio, non può farlo storicamente, cioè facendo sì che rimanga come norma reale e valida anche quella che ha emanato secondo un arbitrio incondizionato. La eliminazione dell’arbitrio mira alla fondazione della pace nella società. Il diritto fonda la pace, coordinando le volontà, sì che, inserendosi ciascuna di esse nel sistema sociale, nessuna di esse è più volontà arbitraria.”
“Quando io dico che questo libro è mio, non intendo dire soltanto che io potrò leggerlo in pace finchè non trovi un prepotente più forte di me che me lo venga a strappare di mano; ma intendo dire che, se mi toccherà soffrire questo torto, so che c’è un giudice al quale potrò rivolgermi con la sicurezza di avere ragione.”
“Ogni essere umano ha in sè le sette virtù capitali e i loro opposti vizi. E’: orgoglioso e umile; goloso e sobrio; lussurioso e casto; invidioso e caritatevole; avaro e liberale; pigro e diligente; iracondo e paziente. E dal suo intimo può far nascere il tiranno come lo schiavo, il criminale e il santo, Caino e Abele.”
“L’interesse parla tutti i linguaggi e veste i panni di qualsiasi personaggio, anche del disinteressato.”
“Giudicare se la vita valga o non valga di essere vissuta è rispondere al quesito fondamentale della filosofia. Il resto, se il mondo abbia tre dimensioni, o s lo spirito abbia nove o dieci categorie viene dopo. Questi sono giochi; prima bisogna rispondere.” (A.Camus)
di Enzo Pirozzi ( a cura di Angela Maria Pirozzi)