di Giulio Avocatino
PESCARA - È stato pubblicato per i titoli dell’editore Noubs di Chieti il romanzo “Spiando la notte” di Fabrizio Di Marco, giovane scrittore alla sua prima prova narrativa. Si tratta di un thriller ambientato nella città di Bologna, che l’autore conosce bene in quanto vi ha compiuto i suoi studi universitari, conclusi con il Dottorato di Ricerca in Fisica nel 2003. Un romanzo dalla trama alquanto singolare, che coniuga il genere del “giallo” classico, per intenderci quello modellato da Agatha Christie, con i canoni del moderno poliziesco americano (in particolare Jeffrey Deaver, di cui l’autore si dichiara ammiratore). Due storie separate finiscono per intrecciarsi, come da copione noir, ma in questo caso i colpi di scena vanno ben oltre ciò che si potrebbe immaginare. Il lettore, “lector in fabula”, è posto nella condizione di un “voyeur” che spia, dal buco della serratura, ciò che avviene in uno spazio angosciosamente chiuso, come suggerisce l’immagine di copertina del libro, realizzata dagli artisti Stefano Faccini e Luca Di Simone. E nell’invenzione della vicenda narrata l’autore si ispira allo schema della “camera chiusa”, per la prima volta introdotto da Edgar Allan Poe, considerato iniziatore di questo genere letterario, in uno dei suoi più noti racconti, “The Murders in the Rue Morgue”, pubblicato a Filadelfia nel 1841. Tale schema consiste nella descrizione di “un delitto incredibile” o, più esattamente, “un delitto impossibile”, in quanto commesso in una situazione che lo rende apparentemente tale. Nel caso descritto da Poe, come si ricorderà, l’assassinio di due donne avviene in un appartamento chiuso dall’interno e posto a un piano tanto alto da non essere accessibile ad alcuno. Al personaggio di Monsieur Dupin, antesignano della figura del detective, tocca risolvere il rebus. Situazione, quella della “camera chiusa” ripresa più volte nella storia del genere e, tra gli ultimi, da uno degli autori contemporanei di più largo successo, il finlandese Stieg Larsson, che ha proposto nel bestseller “Uomini che odiano le donne” una brillante variazione del tema. Questa e altre notazioni sono state messe in risalto nell’affollata conferenza di presentazione del libro di Fabrizio Di Marco, tenutasi presso la biblioteca regionale “F. Di Giampaolo” di Pescara, presente l’editore Massimo Pamio, da sempre rivolto con successo alla scoperta di nuovi talenti letterari. Il libro e l’autore sono stati
introdotti dalla scrittrice Angela Capobianchi, che della stesura essenziale, avvincente e turbinosa del romanzo ha rilevato tutte le caratteristiche del genere. Nell’animato dibattito seguito all’avvincente presentazione sono state poste dal pubblico presente in sala diverse domande all’autore che, all’interesse professionale per la cosmologia,
ha aggiunto la passione manifestata fin da ragazzo per la letteratura, in specie la lettura dei romanzi di genere poliziesco e per il cinema noir. Come sottolineato dalla relatrice, l’intreccio di questo romanzo si presterebbe bene ad una trasposizione cinematografica, visti il ritmo e la presenza di un incalzante e spesso concitato dialogo, che spinge la narrazione verso la soluzione dell’enigma finale. Un romanzo, “Spiando la notte”, piacevole da leggere, da non perdere.