ROMA - Scrivere poesia permette di percepire volti, persone, incontri, situazioni come straordinarie dimensioni amplificanti, che regalano nuovi “sguardi”: esordisce così Tiziana Grassi, poetessa e giornalista, in un’intervista pubblicata da www.fattitaliani.it. Parla della raccolta “Senza sponde” pubblicata da Nemapress edizioni, fresca del riconoscimento ottenuto lo scorso 23 ottobre con il Primo Premio i n t e r - nazionale di letteratura “Terre di Liguria”. Su argomenti che apparentemente possono sembrare poco adatti a essere oggetto di poesia, dice: “Sono convinta che tutto quello che è attorno a noi, dentro di noi, soltanto a saperlo “guardare”, può essere oggetto di versi. La poesia abita la vita, ne fa parte, o così dovrebbe. È esperienza trasposta in parola, parola che scioglie nodi, scava, toglie dal cono d’ombra”.
Donna impegnata nel lavoro, nello studio e nella famiglia, confessa che per lei l’urgenza e la circostanza di scrivere versi “arrivano senza preavviso e senza freni. Il pensiero segue un proprio percorso, sempre possibile”. Tiziana Grassi rivolge un pensiero sulla condizione delle donne oggi in Italia: “Di testa, siamo molto avanti, oltre. Ma il contesto sociale non ci sostiene. Non tifa per noi e per il nostro volo. Di parità si parla sempre molto... ma sono indignata - e lo dico per esperienza diretta - nell’aver constatato che poi nella realtà non esiste alcun supporto alla donna, alla famiglia, nessun servizio che sostenga e incoraggi chi desidera più figli, chi vuole/deve lavorare e invece è precaria e senza diritti, chi non ha una rete parentale che sostenga economicamente o sul piano organizzativo, chi ha dei sogni nel cassetto... Siamo senza sponde e senza orizzonti. E mi chiedo che Paese è quello in cui una donna, in assoluta solitudine, deve inventarsi la vita e i tempi per conciliare tutte le parti di Sé””.