“LA VOCE” di Montreal e il “PREMIO COLOMBO”

Ore 13:00, Montreal, Centro Leonardo da Vinci, inizia la Cerimonia di premiazione di S.E. Gian Lorenzo Cornado, insignito del Premio “Cristoforo Colombo”.

Si tratta di un riconoscimento inserito nell’ambito delle 

celebrazioni per i 35 anni della mission del mensile La Voce - Euro Canada, una delle testate più prestigiose del Nord America.

Creato dalla vulcanica e dinamica mente di Arturo Tridico, Editore e Proprietario del mensile edito a Montreal, il Premio Colombo si prefigge di riconoscere il merito della “conquista” di ambiziosi traguardi da parte di cittadini italiani nel Nord America. 

Alla presenza, quindi, di una ristrettissima cerchia di invitati - la maggior parte dei quali, lo ricordiamo era già apparsa  come protagonista del prestigioso periodico - tra cui, l’Onorevole Nicola Di Iorio Deputato Federale Liberal eletto nella Circoscrizione Saint Leonard-Saint Michel di Montreal, il Console Generale d’Italia a Montreal Marco Riccardo Rusconi, Nick Fiasche, Presidente del comitato organizzatore dei festeggiamenti dei 35 anni de La Voce (tra i 50 top level intermediatori immobiliari a livello globale), Tony Commodari (storico ristoratore della Capitale del Quebec, nonchè famoso artista monrealese), Sam Scalia (Presidente della SamCon una delle più importanti imprese di costruzione di Montreal), Mario Galella, Vice Presidente della Banque Laurentienne, nonchè dell’Avv.Antonio Giannetti fiduciario dell’Ambasciata Italiana a Ottawa, ed editore de l’Ora di Ottawa, quest’anno è stato insignito S.E. l’Ambasciatore Cornado.

Ha preso inizialmente la parola, proprio Arturo Tridico, che ha aperto la cerimonia dicendo: “Sin da quando, nei lontani Anni ’80 ho fondato il mensile La Voce, oltre alla diffusione di notizie e aggiornamenti, ho ritenuto comunitariamente importante rendere omaggio alle personalità di spicco all’interno della nostra Comunità italo-canadese. 

All’epoca della prima edizione del riconoscimento, avevo augurato all’ambasciatore italiano in carica in quel tempo a Ottawa, S.E. Paolo Fulci, un radioso futuro professionale; e quasi profeticamente, dopo qualche anno, è diventato Ambasciatore d’Italia presso le nazioni Unite. 

Nel 2002, poi, dedicando una copertina della mia rivista al Console Generale a Montreal, Gian Lorenzo Cornado, implicitamente gli stavo augurando un successo nel mondo diplomatico; ed ecco che oggi è Ambasciatore d’Italia in Canada.

E, allora, oggi, con questo riconoscimento alla sua opera in Canada, vorrei ancora una volta essere di buon auspicio e consegnandogli il Premio Colombo, vorrei consegnargli idealmente le chiavi per una futura posizione di Ambasciatore presso le Nazioni Unite.

Ed è proprio vedendo in lui, tutte le caratteristiche di un Cristoforo Colombo dei giorni nostri, che tanto si è distinto nella promozione e nella divulgazione della lingua e della cultura italiana all’estero e che tanto ha fatto per tutelare gli interessi della Comunità italo-canadese sempre più bisognosa di essere tutelata, e che sempre con un grande sorriso è stato capace di essere vicino ai suoi connazionali, che oggi ho l’onore e il piacere di consegnargli il nostro ambito riconoscimento.”     

Queste belle parole non hanno lasciato indifferente l’Ambasciatore che, ricevendo lo straordinario volume in cuoio con custodia di legno su Cristoforo Colombo, prendendo la parola, visibilmente emozionato, ha esordito ringraziando per il Premio che gli veniva conferito, ed entrando nel merito di quello che oggi sono gli Italiani in Canada e che cosa, invece, erano quando molti anni orsono, sono giunti in Nord America: “ Già da quando sono stato qui nel mio precedente mandato, mi sono da subito reso conto di quello che gli Italiani hanno fatto per questo Paese; gli Italiani che hanno lasciato, loro malgrado, l’Italia negli anni ’50, ‘60, ’70 - e chi era partito per gli Stati Uniti, anche prima, durante il diciannovesimo secolo – e che hanno dovuto abbandonare il proprio Paese. Hanno attraversato l’oceano per ilNord America e hanno costruito imperi, dando, a loro volta lavoro agli altri, agli americani e ai canadesi. Questo sono gli Italiani, questo è “Colombo” e questo è l’esempio che ognuno di voi ha dato. Provate a immaginare cosa hanno dovuto affrontare le prime generazioni di emigrati quando sono giunti in Canada; il Canada non era il Paese che siamo abituati a conoscere oggi, un Paese bello e funzionale. Il Nord America degli anni ’20 e ’30 era un Paese dove bisognava sudare e lottare per trovare un posto di lavoro e farsi accettare e, quindi, inserirsi nella società. Ebbene gli Italiani ci sono riusciti tutti. Sono davvero tanti i connazionali che sono arrivati qui: circa venti milioni di Italiani che, non solo, hanno contribuito a fare bella anche l’Italia cono le loro rimesse di denaro in Patria, ma hanno contributo a fare grandi anche il Canada e gli Stati Uniti rendendoli tra i Paesi più avanzati e leader del mondo. Ma la cosa che mi ha sempre colpito è che, mentre in Italia c’era un’immagine triste e lacrimevole dell’emigrante, qui nel Nord America, di quelle generazioni di emigranti, c’è, invece, una immagine forte, vincente e di successo. Un’immagine di una classe dirigente fortemente determinata. Voi siete protagonisti indiscussi della società canadese e questo non è passato inosservato: ogni volta che un leader polito canadese fa un discorso, non può fare a meno di dedicare più della metà del suo tempo alla comunità italiana.  E lo fa con un doveroso segno di riconoscimento da parte del Paese di accoglienza. Questo per me significa il Premio “Colombo”: un premio all’Italiano che ha un sogno e lo persegue con l’intuizione che gli deriva dal suo grande patrimonio culturale che gli permette di interagire con gli altri e uno spirito di sacrificio che gli permette di fare le cose molto meglio degli altri. Ha una determinazione e una caparbietà che gli permettono di superare ogni ostacolo e raggiungere ogni obiettivo. Questo è stato Cristoforo Colombo; e questo siete voi, lo sono stati i vostri genitori e lo saranno i vostri figli che permetteranno a questa storia di successo di non avere mai fine. Cosa rappresenta, quindi, l’Italia per il Canada? Rappresenta una risorsa, un amico, un alleato imprescindibile. Ecco perchè allora, gli Italiani in Patria, devono molto a voi che siete i migliori Ambasciatori della italianità, anche nei momenti difficili, accettando anche le situazioni critiche e difficili che si sono succedute in Italia, senza mai una parola di critica verso il proprio Governo. Questo significa per me la comunità italiana. Ed ecco perchè ho un rapporto di grande rispetto, considerazione e gratitudine verso tutti quanti voi, anche a prescindere dal rapporto di amicizia straordinario che si è instaurato con molti di voi. Allora caro Arturo – ha continuato l’Ambasciatore, rivolgendosi all’editore de La Voce – io non ho parole per ringraziarti dell’amicizia e dell’affetto, stima e fiducia che hai sempre riposto in me. Ed io mi sento un po’ un Ambasciatore “eletto a suffragio universale” perchè siete stati voi a volermi ancora una volta qui. E io questo non lo dimenticherò mai. Come non dimenticherò mai le parole che avete usato quando siamo partiti da qui. Per noi è stato un distacco lacerante. Ebbene, da quel momento avete sempre insistito su quel punto: che io potessi tornare qui come vostro Ambasciatore. Ed io sono tornato. Sono tornato e la vostra amicizia è riuscita anche ad azzerare le grandi distanze del Canada, facendomi sentire, ogni giorno, al fianco di ognuno di voi. E, noi, saremo sempre pronti, qui, ad accogliervi e a dirvi grazie”. 

“Un grazie sincero – ha detto l’Ambasciatore rivolgendosi alla gentile consorte presente alla cerimonia di premiazione – anche da parte di Martine che da oltre ventidue anni mi affianca in questa meravigliosa avventura. Grazie di questo splendido pensiero e di questo riconoscimento. Grazie per questo progetto. E il mio desiderio, se posso esprimere un desiderio, è quello di vedere ripristinata la festività del Colombus Day in Canada. Grazie ancora di tutto, ma non dimentichiamo che abbiamo ancora tanti progetti da affrontare nel corso del 2017”. 

“Auguri a tutti voi e grazie” ha concluso l’Ambasciatore alzando il proprio calice per un brindisi.

A questo punto, Arturo Tridico  è andato incontro al S.E. Cornado e abbracciandolo gli ha consegnato il premio consistente in un prestigiosissimo volume rilegato in prezioso cuoio, riposto in una custodia di legno pregiato, intitolato, appunto “Colombo”.

Dopo le foto di rito, un grande clima di amicizia e convivialità ha accompagnato il resto dell’ottimo pranzo fino al momento dei saluti.

E, a noi, della Redazione de L’Ora di Ottawa, invitati speciali alla cerimonia, nel ringraziare Arturo Tridico per il graditissimo invito, non resta che associarci agli auguri al nostro straordinario Ambasciatore Gian Lorenzo Cornado, unendoci alle voci di coloro che lo reputano l’unico Ambasciatore in Canada che è stato in grado, non di avvicinare le Istituzioni alla gente, bensì colui che le Istituzioni è stato in grado di fonderle, rendendole corpo unico, con la nostra meravigliosa Comunità Italiana. 

Ambasciatore Cornado, grazie per essere stato, ed essere ogni giorno di più, “uno di noi”.

di Angela Maria Pirozzi